Quante volte abbiamo sentito dire: “Stai dritto, altrimenti ti viene la scoliosi”? Questo avvertimento comune confonde due condizioni molto diverse: la postura scorretta e la scoliosi vera e propria. Capire la distinzione è fondamentale per un trattamento efficace e per evitare allarmismi inutili.
1. La Postura: un sistema dinamico
La postura non è una posa statica da mantenere rigidamente. È un sistema dinamico e individuale, una serie di continue regolazioni muscolari che ci permettono di mantenere l’equilibrio contro la gravità e di prepararci al movimento. Non esiste una “postura perfetta” uguale per tutti; esiste la postura più efficiente per il corpo di ciascuno.
L’Atteggiamento Scoliotico: la deviazione reversibile
Si parla di Atteggiamento Scoliotico quando si nota una deviazione laterale della colonna vertebrale, ma questa anomalia non è strutturale. È spesso causata da squilibri muscolari, posture viziate mantenute a lungo (ad esempio, a scuola o al lavoro) o da una disparità nella lunghezza delle gambe.
Il segno distintivo? Questa deviazione è completamente riducibile. Scompare se la persona si sdraia o si sforza volontariamente di raddrizzarsi, perché la colonna vertebrale non ha subito torsioni permanenti. Questi problemi si affrontano e si risolvono con la rieducazione posturale e l’attività fisica.
2. La Scoliosi: una deformità strutturale
La scoliosi è una patologia strutturale complessa. Non è una semplice inclinazione, ma una deformità tridimensionale che coinvolge:
- Flessione Laterale (la curva a ‘S’ o ‘C’).
- Alterazione delle curve fisiologiche (cifosi e lordosi).
- Rotazione Assiale delle vertebre.
È proprio questa rotazione vertebrale l’elemento cruciale e diagnostico che la differenzia dall’atteggiamento scoliotico.

La causa principale: l’enigma idiopatico
Il mito che la postura scorretta provochi la scoliosi è scientificamente smentito. Circa l’80% dei casi è classificato come Scoliosi Idiopatica (SI), un termine che in medicina indica una malattia di cui l’origine è sconosciuta.
Le ricerche suggeriscono che sia una condizione multifattoriale complessa, con una forte componente genetica e un coinvolgimento di fattori neurologici e metabolici. Si manifesta più comunemente durante la fase di rapida crescita dell’adolescenza.
Diagnosi: l’angolo di cobb e il gibbo
Per diagnosticare la scoliosi, si utilizza una radiografia per misurare l’Angolo di Cobb, che definisce la curva come scoliosi se supera i 10°.
Clinicamente, il segno più evidente della rotazione vertebrale è il gibbo (una prominenza asimmetrica di un lato della schiena). Il gibbo è visibile quando il paziente esegue il Test di Adams (piegandosi in avanti) e non scompare perché è causato dalla deformità ossea strutturale.
3. Il trattamento: approccio scientifico e mirato
Il trattamento è personalizzato in base alla gravità della curva e alla maturità ossea del paziente. La strategia non si basa sulla “correzione posturale generica”, ma su interventi altamente specifici.
Esercizi Terapeutici Specifici (PSSE)
Per le curve lievi e moderate, l’efficacia della riabilitazione si concentra sui Programmi di Esercizi Fisioterapici Specifici per la Scoliosi (PSSE). I metodi più accreditati a livello internazionale mirano all’autocorrezione tridimensionale della colonna.
È scientificamente provato che questi esercizi specifici, mirati alla stabilizzazione e all’allenamento neuromuscolare, sono cruciali per rallentare la progressione della curva durante la crescita, specialmente in combinazione con il corsetto.
Il Ruolo del Corsetto Ortopedico
Nelle curve che superano i 20-25° in un paziente in crescita, il corsetto ortopedico (brace) è il cardine del trattamento conservativo.
L’obiettivo del corsetto è bloccare la progressione della curva fino al completamento dello sviluppo osseo. Il suo successo dipende non solo dalla qualità dell’ortesi, ma anche dalla rigorosa aderenza del paziente al piano terapeutico, sempre affiancato dagli esercizi specifici.
Nuoto e Sport
Un altro malinteso da sfatare è che il nuoto curi la scoliosi. Sebbene l’attività fisica sia sempre da incoraggiare per il benessere generale e il tono muscolare, il nuoto da solo non ha un effetto correttivo specifico sulla scoliosi strutturale. La persona con scoliosi può e deve fare sport, ma la vera terapia correttiva deve essere il programma riabilitativo specifico.
Chirurgia
L’intervento chirurgico è riservato ai casi più gravi, con curve in progressione che superano i 45-50°, dove la deformità rischia di compromettere la funzionalità respiratoria e la qualità della vita.
Conclusione
La scoliosi è una condizione strutturale seria, la cui causa è genetica e complessa, non ascrivibile alla semplice “cattiva postura”. Al contrario, gli atteggiamenti scoliotici sono squilibri correggibili con la ginnastica e l’attenzione alle abitudini.
La diagnosi precoce da parte di un medico specialista (ortopedico o fisiatra) e l’inizio tempestivo di un trattamento specifico basato sulle evidenze (PSSE e/o corsetto) sono la chiave per gestire efficacemente la scoliosi in età evolutiva.
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