Ogni anno, in Europa, 88 milioni di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura.
Non perché sia scaduto o pericoloso, ma perché troppo spesso viene cucinato, servito o acquistato senza un vero piano. A casa, a scuola, in mensa, al lavoro: lo spreco alimentare non è un evento eccezionale, è routine. Ed è proprio lì, nella quotidianità, che prova a intervenire COMBINE, un progetto europeo che vuole cambiare il nostro rapporto con il cibo – dal basso.
Non è una campagna di sensibilizzazione. Non è nemmeno una legge. COMBINE è un laboratorio diffuso in quattro Paesi – Finlandia, Francia, Italia e Portogallo – che coinvolge famiglie, scuole, ristoranti e amministrazioni per testare sul campo nuove strategie contro lo spreco alimentare.
Il problema: ogni morso conta (anche quello che non facciamo)
Lo spreco alimentare ha un costo enorme: oltre 143 miliardi di euro l’anno nell’UE, senza contare l’impatto ambientale. Il cibo buttato è responsabile di circa il 6% delle emissioni europee di gas serra. Per dare un’idea: se lo spreco alimentare fosse uno Stato, sarebbe tra i primi cinque inquinatori al mondo.
Eppure, la soluzione non è così lontana. Molto spesso, il problema nasce da piccole abitudini consolidate: comprare troppo, cucinare senza misurare, servire porzioni eccessive. È qui che COMBINE ha deciso di agire.
L’approccio: meno teoria, più esperimenti
COMBINE non parte da un’aula universitaria ma da una mensa scolastica, una cucina aziendale, una tavola domestica. L’idea è semplice: andare dove il cibo si consuma, per capire dove e perché si spreca. E soprattutto, per trovare soluzioni che funzionano davvero nella vita reale.
Il progetto lavora con un metodo quasi da startup: ipotesi, prototipi, test, analisi, aggiustamenti. Le scuole francesi coinvolte sperimentano piccoli cambiamenti nei menù. Le famiglie italiane tengono diari alimentari digitali. In Finlandia, i ristoranti adottano sistemi per mostrare in tempo reale quanto cibo viene lasciato nei piatti. In Portogallo, si testano strumenti per calcolare lo spreco a livello comunale.
Le leve del cambiamento: educazione, nudging e dati
Educare è importante, ma non basta. COMBINE lo sa bene, e per questo lavora su più piani. A fianco della formazione, vengono usati strumenti di nudging – piccoli stimoli che aiutano a prendere decisioni migliori senza imporre divieti – e incentivi sociali, come contest tra classi o team di lavoro.
A supporto, anche una solida base scientifica. Il progetto si appoggia al calcolatore europeo dello spreco alimentare, sviluppato dal Centro comune di ricerca dell’UE, per misurare con precisione i benefici ambientali delle azioni intraprese.
Così, ogni modifica – per quanto minima – può essere valutata in termini di CO₂ risparmiata, acqua non sprecata, rifiuti evitati.
L’obiettivo: un impatto concreto e duraturo
Entro il 2030, l’Unione Europea si è posta un obiettivo ambizioso: ridurre del 30% lo spreco pro capite nei settori del consumo (famiglie, ristorazione, distribuzione). COMBINE vuole contribuire a questo traguardo non con proclami, ma con risultati replicabili.
Per questo, ogni iniziativa viene documentata, valutata e resa disponibile in una sorta di cassetta degli attrezzi europea per comuni, scuole e aziende che vorranno adottarla in futuro. Non si tratta solo di trovare “la soluzione migliore”, ma di costruire un sistema adattabile, flessibile e in grado di funzionare anche fuori dai confini del progetto.

Cosa succede adesso?
Il 2025 è un anno chiave. Nei primi mesi, COMBINE ha condotto una fase di analisi nei Paesi coinvolti, raccogliendo dati su comportamenti, abitudini e barriere culturali. L’estate segnerà l’avvio del primo ciclo di interventi mirati, mentre la piena attuazione del progetto è prevista entro la fine dell’anno.
Nel frattempo, i team coinvolti stanno già condividendo le prime osservazioni. Ad esempio:
- Le mense scolastiche che servono porzioni flessibili riducono lo spreco di oltre il 20%.
- I feedback visivi (es. semafori, contatori, grafici) aumentano la consapevolezza degli utenti senza bisogno di lunghe spiegazioni.
- Le famiglie coinvolte nelle attività pratiche (come i laboratori di cucina con avanzi) sviluppano una maggiore capacità di pianificazione settimanale.
La vera sfida: cambiare senza colpevolizzare
Forse il contributo più prezioso di COMBINE è il suo sguardo sullo spreco non come “colpa”, ma come comportamento modificabile. Non punta il dito, ma costruisce alternative. Non si limita a dire “non sprecare”, ma mostra come non sprecare, e perché conviene farlo.
Alla base, c’è una scommessa culturale: possiamo mangiare meglio, sprecare meno e vivere in modo più sostenibile, senza rinunciare al piacere del cibo o alla libertà di scelta. Serve solo un po’ di intelligenza collettiva, e la volontà di rimettere in discussione alcune abitudini che ci sembrano “normali” solo perché diffuse.
Conclusione
Lo spreco alimentare non si risolve con una legge o con uno slogan. Si combatte ogni giorno, nei gesti piccoli: una porzione più equilibrata, una lista della spesa fatta con criterio, una cena con gli avanzi trasformati in qualcosa di nuovo.
COMBINE non pretende di avere tutte le risposte, ma propone una strada: un’alleanza concreta tra scienza, istituzioni e cittadini, per rimettere al centro il valore del cibo.
E se ogni forchettata può essere una scelta, allora ogni progetto come COMBINE è un passo verso un sistema alimentare più giusto, più efficiente e più umano.
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