L’Italia registra il calo di mortalità per tumore più significativo in Europa, un risultato della qualità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), della prevenzione e delle terapie personalizzate. Analisi dei dati AIOM e delle sfide su risorse e personale.
Il paradosso italiano: eccellenza tra le emergenze
L’Italia si trova a gestire un risultato straordinario nel campo dell’oncologia, che la pone all’avanguardia in Europa. I dati recenti, presentati dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), confermano una tendenza incoraggiante: il tasso di mortalità per tumore nel Paese ha registrato una diminuzione più marcata rispetto a qualsiasi altro Stato membro dell’Unione Europea.
Questo primato è un chiaro indicatore dell’alta qualità della nostra sanità, ma emerge in un contesto di emergenza legato alla carenza di fondi e personale, un paradosso che impone una riflessione sulla sostenibilità futura di questo successo. La lotta contro il cancro è una maratona, e l’Italia sta vincendo, ma occorre garantire il rifornimento lungo il percorso.
I numeri del primato: un calo record nella UE
L’analisi dei trend di mortalità, in particolare nel quinquennio 2020-2025, ha consacrato l’Italia come leader nella riduzione dei decessi oncologici in Europa.
I dati diffusi da AIOM sono netti:
- Riduzione complessiva: dal 2020, la mortalità per tumore è diminuita del 14,5% negli uomini e del 5% nelle donne.
- Confronto europeo: questi risultati superano nettamente la media europea (UE), che si attesta a un calo di circa il 3,5% per gli uomini e l’1,2% per le donne. Paesi come Francia, Germania e Spagna hanno registrato cali meno significativi.
- Successi specifici: Il dato più rilevante per la popolazione maschile è il netto calo delle morti per tumore del polmone (-24,4% ) e per tumore dello stomaco (-24,3%).
Il calo dei decessi è l’indicatore più forte di un sistema che funziona, capace non solo di intercettare la malattia, ma di trattarla efficacemente. Questo trend dimostra che il cancro, grazie alla scienza e all’organizzazione sanitaria, si sta trasformando sempre più da condanna a patologia cronica con cui convivere, mantenendo una buona qualità di vita.

Le ragioni del successo: prevenzione, cura e ricerca
Il primato italiano nella lotta alla mortalità oncologica non è casuale, ma è il frutto di un mix di fattori chiave che poggiano le fondamenta sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN):
1. Qualità e accesso alle cure
Nonostante le differenze regionali, l‘Italia vanta nel complesso tassi di sopravvivenza al cancro superiori alla media UE. La sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è generalmente allineata o migliore rispetto ai Paesi del Nord Europa per molte sedi tumorali, con picchi di eccellenza per alcune patologie specifiche come il tumore dello stomaco. Questo indica una diffusa e relativamente omogenea accessibilità a protocolli di cura avanzati.
2. Diagnosi precoce e prevenzione
La riduzione della mortalità per tumore del polmone negli uomini, ad esempio, è un chiaro segnale dell’efficacia delle campagne di prevenzione e della riduzione del tabagismo iniziata decenni fa. Parallelamente, i programmi di screening (seno, colon-retto, cervice uterina) continuano a intercettare i tumori in fase iniziale, quando le possibilità di guarigione sono massime.
3. Innovazione terapeutica e medicina personalizzata
L’oncologia italiana ha saputo integrare rapidamente i progressi della medicina personalizzata, utilizzando terapie mirate basate sul profilo molecolare del tumore. Questo approccio, unito allo sviluppo di nuove molecole e all’utilizzo di immunoterapie all’avanguardia, ha migliorato drasticamente le risposte ai trattamenti per i pazienti.
4. Eccellenza nella ricerca
L’Italia si colloca nella top five mondiale per il numero di studi e pubblicazioni scientifiche in ambito oncologico. Questo posizionamento internazionale assicura che il Paese sia non solo un fruitore, ma un motore attivo nell’innovazione e nella sperimentazione clinica.
Le sfide aperte: la sostenibilità del primato
Nonostante l’incoraggiante primato, la comunità oncologica italiana (AIOM) lancia un chiaro allarme: questo successo è a rischio se non si interviene sulle criticità strutturali del SSN.
Carenza di risorse e personale: L’aumento delle diagnosi (dovuto anche all’invecchiamento della popolazione) e l’allungamento della sopravvivenza significano che sempre più persone convivono con il cancro e necessitano di assistenza continua. La carenza di medici specialisti e infermieri e la limitazione dei fondi destinati all’oncologia rischiano di creare colli di bottiglia e di rallentare l’accesso alle cure di eccellenza che hanno generato il primato.
Disomogeneità regionale: Pur registrando un buon risultato complessivo, permangono disuguaglianze nell’accesso e nell’efficacia dei servizi oncologici tra le diverse regioni italiane, in particolare tra Nord e Sud. Ridurre queste disparità è fondamentale per garantire che l’eccellenza diventi la norma per tutti i cittadini.

Conclusioni: consolidare l’investimento
Il primato italiano nella riduzione della mortalità per cancro in Europa è un motivo di orgoglio e la prova tangibile dell’efficacia della prevenzione e dell’eccellenza clinica.
Tuttavia, il messaggio è chiaro: per consolidare questo vantaggio e trasformare il cancro in una patologia sempre più gestibile e curabile, le Istituzioni devono agire urgentemente. È indispensabile rafforzare gli investimenti nel Servizio Sanitario Nazionale, aumentare il personale e snellire la burocrazia nella ricerca clinica. Solo così l’Italia potrà continuare a essere un faro nell’oncologia europea e globale.






