Per decenni, la sanità è stata concepita come un settore isolato, focalizzato quasi esclusivamente sulla cura della malattia umana. Questa visione frammentata, tuttavia, è diventata insostenibile di fronte alle crescenti sfide globali, dalla resistenza agli antibiotici alla crisi climatica. È in questo contesto che emerge un nuovo e urgente paradigma scientifico: la Salute Circolare, un concetto che riconosce e gestisce l’inscindibile interdipendenza tra la nostra salute e quella dell’ambiente che ci ospita.
Ispirandosi al principio della cosiddetta “One Health”, che unisce medicina umana, veterinaria e salute ambientale, la Salute Circolare va oltre, integrando discipline non biomediche, l’analisi dei big data e la partecipazione attiva della società. Non si tratta semplicemente di “curare l’uomo”, ma di “curare il sistema” di cui l’uomo è parte integrante.
Dall’approccio frammentato al “sistema unico”
Il principio cardine su cui si fonda la Salute Circolare è la consapevolezza che nessuna crisi sanitaria è isolata. La pandemia di COVID-19 è stato l’esempio più drammatico di come l’invasione degli habitat naturali e la conseguente perdita di biodiversità possano portare al salto di specie di patogeni dagli animali all’uomo. Questo evento ha rivelato la fragilità di un approccio sanitario focalizzato unicamente sull’individuo.
La Salute Circolare propone una sinergia totale, unendo le competenze di virologi, medici, veterinari, ma anche di ecologi, ingegneri, economisti e sociologi. L’obiettivo è superare i “compartimenti stagni” accademici e operativi per sviluppare strategie di prevenzione realmente efficaci e sostenibili.

L’impatto dei 4 elementi sulla salute umana
Il concetto si manifesta in modo tangibile nell’analisi dei rischi legati all’alterazione dei sistemi ecologici fondamentali:
1. Aria e Cervello: il costo dell’inquinamento
L’aria che respiriamo è la prima connessione vitale con l’ambiente. Sebbene l’inquinamento atmosferico sia classicamente associato a malattie respiratorie e cardiovascolari, la ricerca accademica sta dimostrando un legame diretto e preoccupante con la neurofisiologia e lo sviluppo cognitivo, specialmente nei bambini.
Studi sistematici hanno evidenziato che l’esposizione a lungo termine a inquinanti atmosferici, come il particolato fine (PM2.5) e il biossido di azoto (NO2), è associata a cambiamenti nella struttura cerebrale dei giovani, inclusi volumi inferiori di materia bianca e alterazioni nelle reti funzionali, che possono tradursi in deficit cognitivi. L’esposizione precoce ai contaminanti, infatti, è un fattore di rischio significativo, poiché la barriera emato-encefalica è più permeabile durante l’infanzia, rendendo il sistema nervoso centrale estremamente vulnerabile a tossine e particelle. Affrontare l’inquinamento non è quindi solo una battaglia ambientale, ma una priorità di salute pubblica per tutelare lo sviluppo mentale delle future generazioni.
2. Terra e Acqua: zoonosi e resistenza antimicrobica (amr)
La salute del suolo e dell’acqua è intimamente legata alla proliferazione di patogeni. L’uso sconsiderato di antibiotici in medicina umana e in zootecnia intensiva ha creato un ambiente in cui i batteri sviluppano rapidamente meccanismi di difesa, un fenomeno noto come Resistenza Antimicrobica (AMR). L’AMR è riconosciuta come una delle principali minacce sanitarie globali del XXI secolo.
In un’ottica circolare, la resistenza non si sviluppa solo negli ospedali: i residui di farmaci e i batteri resistenti vengono rilasciati nell’ambiente (suolo, fiumi, acque reflue) attraverso gli scarichi e i liquami agricoli, creando “ambienti antibiotico-resistenti” che agiscono come serbatoi per la trasmissione di superbug tra l’uomo, gli animali selvatici e domestici. Affrontare l’AMR richiede quindi un coordinamento globale e intersettoriale che comprenda la regolamentazione dell’uso dei farmaci in ogni ambito e il monitoraggio ambientale.
Inoltre, la distruzione degli ecosistemi per mano dell’uomo (deforestazione, urbanizzazione) spinge la fauna selvatica, portatrice di virus e batteri, a stretto contatto con gli insediamenti umani e il bestiame. La ricerca indica chiaramente che la semplificazione delle reti ecologiche dovuta alla perdita di biodiversità aumenta la probabilità di spillover zoonotico, facilitando l’emergere di nuove malattie infettive.
La Nuova Frontiera: dati, ai e partecipazione civica
La differenza cruciale tra la One Health tradizionale e la più recente Salute Circolare risiede nell’integrazione della tecnologia e dei dati.
Big Data e Intelligenza Artificiale (AI): Oggi disponiamo di strumenti (sensori ambientali, telecamere, sequenziamento genetico, sistemi di sorveglianza) in grado di misurare le interconnessioni in modo inedito. I big data, analizzati dall’AI, permettono di creare modelli predittivi estremamente sofisticati sul movimento dei patogeni, sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute e sulla diffusione delle malattie infettive. Questo passaggio dagli antichi metodi basati sull’intuizione a un sistema guidato dai numeri è fondamentale per una prevenzione proattiva su scala globale.
Il Ruolo del Cittadino: La Salute Circolare spinge la responsabilità oltre la comunità scientifica e le istituzioni. Se il sistema è chiuso e interconnesso, ogni azione individuale ha un impatto. La promozione della salute circolare richiede l’educazione e la sensibilizzazione della popolazione (dall’igiene all’eliminazione dell’acqua stagnante per il controllo dei vettori, fino alla riduzione dell’uso di antibiotici), trasformando i cittadini in agenti attivi del benessere del sistema e non solo in meri fruitori di cure.
In conclusione, la Salute Circolare non è solo una teoria, ma una rivoluzione pratica. Rappresenta il riconoscimento scientifico e sociale che non possiamo più considerare la salute come una condizione individuale, ma come un bene comune, un riflesso diretto dell’equilibrio dinamico del nostro unico ecosistema globale. È l’unica strada per costruire un futuro resiliente, dove la prevenzione delle pandemie e la mitigazione delle crisi ambientali sono viste come due facce della stessa medaglia: la cura del pianeta è la cura di sé.
Riferimenti Accademici
- [1] WHO. One health. World Health Organization (WHO).
- [2] Taylor & Francis Online. Pathogens, people, and the planet: a systematic review of biodiversity decline, zoonotic spillover, and climate-driven health vulnerabilities. A systematic review of biodiversity decline, zoonotic spillover, and climate-driven health vulnerabilities.
- [3] CDC. About One Health. Centers for Disease Control and Prevention (CDC).
- [4] UC Davis Health. Research in 4 continents links outdoor air pollution to differences in children’s brains. Systematic review in Developmental Cognitive Neuroscience.
- [5] PMC. How air pollution alters brain development: the role of neuroinflammation. Neurocognitive effects of air pollution.
- [6] MDPI. Antimicrobial Resistance: The Impact from and on Society According to One Health Approach. Review on the threat of AMR.
- [7] Frontiers. Antibiotic Resistance: One Health One World Outlook. AMR as a critical One Health issue.
- [8] ResearchGate. Impacts of biodiversity and biodiversity loss on zoonotic diseases. Research on zoonotic hosts proliferation in human-dominated landscapes.
- [9] Eurispes. Salute circolare, un approccio multidisciplinare con Ilaria Capua. Intervista che spiega l’inclusione di big data e AI.





