La fondamentale componente alimentare: P di Piacere 

Quasi tutti rispondono illuminandosi in volto alla domanda “qual è il tuo cibo preferito?” – e non è affatto casuale. Mangiando in modo piacevole, attiviamo meccanismi profondi nel cervello: con il rilascio di dopamina, il cosiddetto “ormone del benessere”, si attivano le vie della ricompensa nervosa, favorendo calma, motivazione e concentrazione. 

A livello fisiologico, godere del cibo migliora la digestione: ci rilassiamo, si attiva il sistema parasimpatico, e nutrienti e molecole sono assorbite più efficacemente. 

Una revisione sistematica del 2020 su 119 studi ha evidenziato che in oltre il 57% dei casi, il legame tra piacere e abitudini alimentari sane è positivo. Ad esempio, uno studio del 2015 mostrava che più si godeva il cibo, più migliorava lo stato nutrizionale . 

Sarah Gold Anzlovar, nutrizionista certificata, sottolinea:  

Il cibo sano non deve essere monotono: quando ci piace, siamo soddisfatti, e mangiamo meglio senza esagerare. 

Piacere e cervello: il circuito del “wanting” e del “liking” 

Il piacere gustativo coinvolge circuiti distinti: 

  • “Wanting” – il desiderio motivazionale, che attiva la dopamina nella striatum dorsale, centrale nella spinta a continuare a mangiare . 
  • “Liking” – il godimento, associato a recettori oppioidi e cannabinoidi. 

Uno studio 2003 con PET ha dimostrato che la soddisfazione legata al cibo preferito si correla direttamente al rilascio di dopamina nel putamen e nel caudato. 

E con cibi ricchi di zuccheri e grassi, il cervello può scatenare un’eccitazione dopaminergica del 200% rispetto al normale: simile a nicotina e alcol

Hedonic hunger: fame di piacere, non di calorie 

Non sempre si mangia perché si ha fame. Il fenomeno dell’hedonic hunger descrive il desiderio di cibo in assenza di bisogno energetico, stimolato da vista, odori, immagini di cibo e sensazioni mentali piacevoli. 

Il termine è stato coniato da Michael Lowe, che ha documentato come cibi ipercalorici inneschino dopamina e spingano a mangiare nonostante la sazietà. 

Dal gusto all’intestino: l’asse intestinocervello 

Il piacere non nasce solo in bocca. Nutrienti come glucosio e grassi stimolano segnali post-ingestivi che attivano dopamina, anche senza passare per il gusto. 

Uno studio PET/fMRI del 2018 ha mostrato due flussi dopaminergici distinti: uno immediato (bocca), e uno tardivo (intestino), entrambi legati alle sensazioni di ‘desiderio di cibo’. 

In pratica: l’intestino “informa” il cervello della qualità nutrizionale del cibo, regolando il desiderio e la ricompensa anche dopo il consumo. 

Distinguere piacere da emotional eating 

Spesso il mangiare per piacere viene confuso con il mangiare emotivo, che può generare senso di colpa. 

  • Emotional eating è mosso da ansia, stress o noia; spesso si mangia senza gustare e con disconnessione emotiva. 
  • Eating for pleasure è una scelta consapevole, per godere del gusto, odore e consistenza del cibo. 

Test: dopo aver mangiato, come ti senti? Se sei soddisfatto e rilassato, probabilmente hai mangiato per piacere; se ti senti pieno e in colpa, ti sei lasciato andare all’emotional eating

Il piacere come alleato della salute 

Integrare piacere e nutrizione offre vantaggi reali: 

  1. Meno abbuffate: maggiore soddisfazione → meno voglia di compensare. 
  1. Più motivazione a cucinare: fare pasti gustosi favorisce ingredienti naturali. 
  1. Relazione positiva con il cibo: senza regole rigide, si impara a fidarsi del proprio corpo. 
  1. Benessere sociale ed emotivo: convivialità a tavola rafforza legami, cultura e senso di appartenenza. 

Pratiche utili: 

  • Mindful eating / intuitive eating – consente equilibrio tra ascolto e gusto (revisione 2020 su PLOS ONE positivo). 
  • Eliminare il cibo proibito – concedersi ogni alimento riduce ansia e voglia incontrollata. 
  • Limitare stimoli ambientali – pubblicità e esposizione a cibo ultra-palatable causano hedonic hunger. 
  • Piccole indulgenze regolari – garantire piacere senza eccedere. 
  • Mangiare con calma e respirazione lenta – favorisce il rest-and-digest parasimpatico 

Conclusione: prendi la tua vitamina P 

Mangiare con piacere non è un lusso ma una strategia di benessere. Favorisce: 

  • migliore digestione e assorbimento, 
  • comportamenti alimentari equilibrati, 
  • una relazione sana con il cibo, 
  • benessere psicologico, emotivo e sociale. 

Non è un invito all’eccesso, ma a coltivare un’alimentazione consapevole, ricca di piacere e nutrimento

E tu? Qual è quel piatto che ti fa dire “sì, questo mi nutre anche l’anima”? Provalo con calma, chiediti quanto ti fa stare bene… e annotalo. Potrebbe essere la tua vitamina personale

Fonti principali 

  1. Vitamin P: Pleasure Is a Part of Healthy Eating, Healthline.
  2. Hedonic hunger
  3. Neuroscienze del piacere – Berridge, Scientific American.
  4. Gut-brain dopamine axis, NCBI PMC 2012.
  5. Distinzione “wanting/liking” e cervello.
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