La pandemia di COVID-19 ha rappresentato una delle crisi sanitarie più significative del nostro tempo, con impatti profondi su diversi aspetti della vita umana. Tra i più colpiti vi sono stati gli anziani ultraottantenni, una popolazione già vulnerabile a causa di fragilità fisiche e sociali.
Le misure di isolamento, necessarie per limitare il contagio, hanno amplificato problemi come la solitudine, la depressione e la mancanza di supporto sociale. Tuttavia, un recente studio condotto in Germania ha messo in luce un elemento sorprendentemente positivo in questa situazione: il potenziale ruolo degli animali domestici, in particolare dei cani, nel mitigare gli effetti negativi dell’isolamento sulle persone anziane.
Lo studio “Old Age in Germany (D80+)
Per indagare questa relazione, i ricercatori hanno analizzato i dati dello studio rappresentativo a livello nazionale “Old Age in Germany (D80+)”. Questo studio ha coinvolto 2.867 partecipanti di età pari o superiore agli 80 anni, sia residenti in casa propria che in strutture di cura, raccolti attraverso interviste telefoniche condotte tra maggio e ottobre 2021. I ricercatori hanno valutato indicatori chiave di benessere psicologico, come la solitudine, i sintomi depressivi e la soddisfazione di vita, e hanno suddiviso i partecipanti in cinque gruppi in base al possesso di animali domestici:
- Nessun animale domestico.
- Possesso di almeno un cane (senza altri animali).
- Possesso di almeno un gatto (senza altri animali).
- Possesso di almeno un altro tipo di animale (esclusi cani e gatti).
- Possesso di almeno due tipi diversi di animali domestici (in qualsiasi combinazione).
Attraverso modelli statistici avanzati, i ricercatori hanno valutato quanto incida possedere un animale domestico in termini di risultati psicologici. Sono risultate indicazioni preziose sul potenziale contributo degli animali domestici, in particolare dei cani, al benessere degli anziani.
Risultati principali: il cane, un alleato contro la solitudine
L’analisi ha rivelato un dato significativo: tra gli anziani ultraottantenni, il possesso di almeno un cane era associato a livelli inferiori di solitudine rispetto a coloro che non possedevano animali domestici. In particolare, era correlato a una riduzione della solitudine (β = -0,21, p < 0,01). Questo dato suggerisce che i cani non solo offrono compagnia, ma contribuiscono anche a un maggiore senso di connessione sociale e scopo nella vita quotidiana.
Al contrario, il possesso di gatti o di altri tipi di animali non ha mostrato associazioni significative con la solitudine o altri esiti psicologici. Questo risultato potrebbe essere spiegato dal diverso tipo di interazione che si instaura tra gli esseri umani e i cani rispetto ad altri animali domestici. I cani, infatti, richiedono cure regolari, come le passeggiate, che favoriscono il movimento e le interazioni sociali, anche minime, come salutare un vicino di casa o incontrare altre persone.
Esempi pratici: storie di anziani e dei loro animali domestici
Il signor Hans e il suo cane Max
Hans, un uomo di 84 anni residente in un piccolo villaggio tedesco, ha vissuto in isolamento per mesi durante la pandemia. Prima del lockdown, trascorreva regolarmente il tempo presso il centro comunitario locale e incontrava amici al parco. Tuttavia, con l’avvento delle restrizioni, la sua routine si è interrotta, facendolo sentire sempre più solo. La sua unica compagnia quotidiana è diventata Max, un Labrador di sei anni.
Ogni mattina, Hans porta Max a fare una passeggiata. Questa semplice abitudine lo ha spinto a mantenere una routine, a uscire di casa e a respirare aria fresca. Inoltre, Hans ha iniziato a incontrare altri proprietari di cani nel parco, con i quali ha sviluppato nuove amicizie. “Max mi ha salvato,” racconta Hans. “Se non fosse stato per lui, non avrei avuto motivo di alzarmi dal letto ogni giorno.”

Frau Helga e la sua mancanza di interazione sociale
Al contrario, Helga, un’anziana donna di 85 anni che vive da sola in una grande città, possiede un gatto di nome Felix. Sebbene Felix le tenga compagnia e la faccia sentire meno sola in casa, Helga non ha le stesse opportunità di interazione sociale offerte da un cane. “Felix è adorabile e mi dà conforto,” spiega Helga, “ma non mi obbliga a uscire o a incontrare altre persone come farebbe un cane.” Questo esempio mette in luce le differenze pratiche tra il possesso di un cane e di altri tipi di animali.
Benefici psicosociali legati al possesso di un cane
1. Promozione di una routine quotidiana
Possedere un cane obbliga i proprietari a mantenere una routine. Portarlo a passeggio, dargli da mangiare e prendersene cura sono attività che danno struttura alla giornata, un elemento fondamentale per il benessere psicologico, soprattutto durante periodi di isolamento prolungato.
2. Interazione sociale
Durante le passeggiate, i proprietari di cani hanno maggiori probabilità di incontrare altre persone, anche solo per un breve saluto. Queste interazioni, seppur minime, possono contribuire a un senso di connessione sociale che combatte la solitudine.
3. Supporto emozionale
Il legame affettivo con un cane può fornire un profondo conforto emotivo, fungendo da supporto psicologico durante momenti di stress o tristezza. Gli anziani spesso vedono nei loro cani dei veri e propri membri della famiglia.
4. Benefici fisici
L’attività fisica associata alla cura di un cane ha effetti positivi sulla salute fisica, che a sua volta influenza il benessere mentale. Gli anziani che possiedono cani tendono a essere più attivi.
Considerazioni pratiche: è sempre una soluzione adatta?
Nonostante i numerosi benefici, non tutti gli anziani possono o dovrebbero possedere un cane. La scelta di introdurre un animale domestico nella vita di un individuo in età avanzata deve considerare diversi fattori:
- Capacità fisica: portare a spasso un cane richiede energia e mobilità, che alcuni anziani potrebbero non avere.
- Stabilità economica: la cura di un animale comporta costi: cibo, visite veterinarie e accessori.
- Preferenze personali: non tutti trovano conforto nella compagnia di un animale; per alcuni, il possesso di un cane potrebbe rappresentare un ulteriore carico.
In questi casi, alternative come programmi di pet therapy o l’interazione con animali attraverso associazioni locali potrebbero offrire benefici simili senza gli oneri della proprietà.
Il potenziale della pet therapy
Un’alternativa interessante per gli anziani che non possono possedere un cane è la pet therapy, una pratica che coinvolge l’interazione tra persone e animali per promuovere il benessere psicologico. Ad esempio, durante la pandemia, alcune case di riposo in Germania hanno organizzato visite regolari di cani da terapia, permettendo agli ospiti di beneficiare del contatto con gli animali senza doverli possedere.
Uno studio condotto in una casa di riposo di Amburgo ha mostrato che gli anziani che partecipavano a sessioni di pet therapy riportavano una riduzione significativa della depressione e un miglioramento dell’umore generale. Questi risultati confermano il potenziale degli animali come strumenti di supporto emotivo, anche in contesti istituzionalizzati.
Conclusioni
Lo studio “Old Age in Germany (D80+)” offre una chiara evidenza del potenziale ruolo positivo dei cani nel migliorare il benessere psicosociale degli anziani ultraottantenni, in particolare durante periodi di isolamento come la pandemia di COVID-19. Il possesso di un cane sembra favorire la riduzione della solitudine attraverso una combinazione di interazione sociale, supporto emozionale e promozione di una routine quotidiana.
Tuttavia, è essenziale adottare un approccio individualizzato, valutando le capacità fisiche, le risorse economiche e le preferenze personali prima di incoraggiare il possesso di un animale domestico. Inoltre, strategie alternative come la pet therapy possono rappresentare valide opzioni per garantire i benefici della compagnia degli animali a un pubblico più ampio.
In un’epoca di crescente attenzione al benessere degli anziani, valorizzare il ruolo degli animali domestici può aprire nuove prospettive per interventi innovativi che mirano a migliorare la qualità della vita delle persone più fragili della nostra società.
Fonte: Pet ownership and psychosocial outcomes among the oldest old in Germany during the Covid-19 pandemic. Findings based on the nationally representative “Old Age in Germany (D80+)”, Geriatric Psychiatry 2024.