Afa e salute del cuore 

Perché serve fare attenzione 

L’estate porta con sé giornate di sole e caldo intenso che, pur sembrando alleati del riposo, possono generare condizioni rischiose per il sistema cardiovascolare, specialmente negli anziani e in chi soffre di disordini pressori. Vediamo i meccanismi in gioco, i gruppi più vulnerabili e i consigli pratici per ridurre i pericoli. 

1. Vasodilatazione e caduta di pressione 

Con il caldo, il corpo attiva la vasodilatazione cutanea per favorire la dispersione del calore, aumentando il flusso verso la pelle. Questo, unito all’aumento della sudorazione, può ridurre significativamente la pressione arteriosa. Studi su persone anziane mostrano che per ogni grado in più di temperatura interna, la pressione sistolica può scendere di quasi 2 mmHg e la diastolica di oltre 2 mmHg. Negli anziani, l’effetto può essere ancora più marcato: un calo di 20–30 mmHg dopo i pasti, aggravato da caldo e umidità – una situazione potenzialmente critica. 

2. La digestione sotto il sole: doppio rischio 

Dopo il pranzo, una quota significativa di sangue si sposta verso l’intestino per la digestione, causando un calo pressorio di circa 10 mmHg (sistolica) e 5 mmHg (diastolica). In alcune persone questo calo può superare i 20–30 mmHg – dato che rende la digestione un momento “caldo” ad alto rischio, soprattutto se accompagnata da attività o esposizione solare. 

3. I soggetti più a rischio 

  1. Anziani: la capacità dei loro vasi di adattarsi a caldo, umidità e cambiamenti posturali è ridotta. Inoltre, l’ipotensione ortostatica (caduta pressoria rapida nel momento in cui ci si alza) è abbastanza comune in questa fascia d’età. 
  • Ipotesici: la pressione sistolica sotto 90 mmHg è per definizione ipotensione, ma un calo improvviso sotto i 70 mmHg può impedire al cuore di inviare sangue al cervello, provocando la sincope. 
  • Con disturbi cardiaci (ipertensione, insufficienza cardiaca pregressa, post-infarto): il cuore ha riserve limitate e può non reggere lo stress di raffreddamento e vasodilatazione. 
  • In terapia farmacologica: alcuni farmaci aumentano la sensibilità alla caduta pressoria, vediamo quali: 
    • Alfa-bloccanti, usati anche per l’ipertrofia prostatica. 
    • Betabloccanti, riducendo la frequenza cardiaca, limitano la capacità di adattarsi allo stress termico. 
    • Diuretici, favorendo la disidratazione e la perdita di sali, accentuano il calo pressorio. 

4. Effetto dell’umidità 

Un’umidità elevata (oltre il 70%) peggiora la situazione rallentando l’evaporazione del sudore . Il corpo, incapace di raffreddarsi efficientemente, aumenta il battito cardiaco e la richiesta di sangue verso la pelle, mettendo sotto stress il sistema cardiovascolare. 

5. Perdita di sali e squilibri idroelettrolitici 

La sudorazione porta con sé sodio, potassio e altri minerali vitali per la funzione muscolare, nervosa e il corretto equilibrio idrico. Per compensare, l’organismo attiva meccanismi ormonali (es. vasopressina, RAAS) che però non sempre basteranno, soprattutto con sudorazione abbondante. 

6. Quando il caldo diventa un fattore aggravante 

  • In insufficienza cardiaca cronica, la capacità del sistema cardiovascolare di rispondere al calore è limitata: la vasodilatazione cutanea è alterata e il cuore fatica a mantenere il flusso. 
  • Durante i pasti, i soggetti ipertesi in terapia possono soffrire di ipotensione postprandiale: complicanza che si accentua in estate. 
  • Attività sotto il sole: anche delle brevi passeggiate sotto il sole possono causare cali pressori significativi se non si fa attenzione. 

7. Consigli medici: quando e cosa fare 

  1. Visita pre-vacanza: chi prende farmaci per la pressione (ipertensione o ipotensione) dovrebbe programmare un check-up con il medico di base per valutare dosi e modalità, soprattutto in vista del caldo. 
  1. Adeguamento dei farmaci: in estate può servire una riduzione dei diuretici o alfa-bloccanti per prevenire cali e svenimenti. 

8. Strategie per proteggersi 

  • Evitare sbalzi termici estremi: da 30 °C esterni ai 18 innescati da un condizionatore? Meglio moderare. 
  • Entrare in acqua gradualmente, evitando colpi termici che possano causare una congestione. 
  • Pasti leggeri e condivisi da una pausa: dopo mangiato, rimanere seduti per almeno 30 min per stabilizzare la pressione. 
  • Idratazione costante: acqua, minestre fredde, frutta e insalate; evitare caffè e alcolici che favoriscono disidratazione. 
  • Moderare l’attività fisica: evitare esercizi intensi nelle ore calde. 
  • Protezione solare: cappelli, abiti leggeri, evitare il contatto diretto con il sole. 

9. Segnali d’allarme a cui prestare attenzione 

  • Svenimento, vertigini, offuscamento visivo dopo essersi alzati o sotto il sole. 
  • Cuore che batte forte o irregolarmente. 
  • Sudorazione eccessiva senza sollievo. 
  • Confusione, debolezza improvvisa. 

In questi casi, è importante sedersi o sdraiarsi con le gambe sollevate e rivolgersi a un medico. 

10. Il ruolo del corpo nell’afa 

Il termoregolatore umano lavora aumentando frequenza cardiaca e vasodilatazione: il caldo “sfida” il cuore con uno sforzo supplementare. Se si perdono troppi sali, anche l’equilibrio si spezza. Negli individui sani, il corpo si adatta, ma in chi ha fragilità cardiovascolare basta poco per far scattare un campanello d’allarme .

In sintesi 

  • Il caldo e l’umidità causano vasodilatazione e ipotensione, con rischi gravi se combinati a farmaci o condizioni preesistenti. 
  • Gli anziani e chi assume alfa-bloccanti, betabloccanti o diuretici sono particolarmente vulnerabili. 
  • Prima delle vacanze, una verifica medica può adattare le terapie. 
  • All’arrivo del caldo: idratarsi, proteggersi dal sole, evitare sforzi e pasti abbondanti, e adottare abitudini fresche e leggere. 

In vacanza o in città, il caldo può mettere sotto stress il nostro corpo, ma con strategie consapevoli possiamo godercela in sicurezza. 

Riferimenti scientifici principali 

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