Nel Decalogo ISS (Istituto Superiore di Sanità) per la nutrizione e sicurezza alimentare in gravidanza, la vitamina B12 compare come terza regola: «La vitamina B12 è indispensabile per utilizzare al meglio acido folico e folati»
Questa formulazione sintetizza un principio cruciale: senza un’adeguata quantità di vitamina B12, perfino una dieta ricca di folati non garantisce l’effettivo utilizzo dei nutrienti necessari alla sintesi del DNA.
Poiché «in gravidanza si mangia in due e l’organismo materno è più vulnerabile, e un errore temporaneo può causare un danno permanente», l’onere di una nutrizione corretta è doppio: bastano piccole disfunzioni da carenza di micronutrienti come B12 per compromettere lo sviluppo fetale.
Il binomio B12–folati: sintesi del DNA e sviluppo fetale
Le linee guida richiamano il fatto che senza B12 “i folati possono avere un’utilità limitata”: anche con il corretto apporto di acido folico, se la B12 è carente, non si ottiene l’effetto protettivo atteso.
Fabbisogno in gravidanza: modesto ma strategico
Il quantitativo giornaliero necessario di B12 non è elevato: si passa da circa 2,4 µg/die in età fertile a 2,6 µg/die in gravidanza . Eppure, seppur a queste dosi ridotte, la vitamina ha ruoli decisivi: coadiuva la formazione dei globuli rossi (evitando anemia megaloblastica), supporta lo sviluppo del sistema nervoso centrale e favorisce il metabolismo dei neurotrasmettitori.
Durante la gestazione, il fabbisogno può aumentare del 20%, e addirittura del 50% durante l’allattamento.
Conseguenze di carenza: tra bimbi e mamme
La carenza di B12 espone a vari rischi:
- Spina bifida e altri difetti del tubo neurale.
- Rallentamento neurologico e atrofia cerebrale nei neonati, in particolare nei casi di madri vegane o carenti.
- Anemia megaloblastica materna,
- Aborti spontanei, ritardi di crescita fetale, e altri esiti avversi legati a folati intrappolati e metabolismo inefficiente .
Fonti alimentari: chiaro e invisibile
La B12 si trova quasi esclusivamente in alimenti di origine animale: carne (specialmente fegato), molluschi, pesce, uova, latticini .
Ne bastano poche microgrammi, ma quando la dieta è vegana o vegetariana stretta si corre il rischio serio di carenza, nonostante l’alto apporto di folati vegetali. In questi casi, molti integratori vegani non garantiscono B12 attiva, ma solo analoghi inattivi (come quelli di alcune alghe) che non vengono assorbiti correttamente dall’organismo umano.

Cosa fare: monitorare, integrare, evitare il rischio
- Dosare lo status di B12 attraverso esami di laboratorio: molte donne non lo fanno e si scoprono carenti solo tardivamente, quando i danni si consolidano.
- Diete vegane o vegetariane in pianificazione gravidanza: è opportuno assumere integratori di B12 oppure consumare prodotti fortificati disponibili sul mercato (latte di soia, cereali fortificati).
- Donne con gastrite, atrofia gastrica, malattie gastrointestinali o interventi chirurgici: potrebbero avere difficoltà ad assorbire la B12 a causa di carenza del fattore intrinseco prodotto dallo stomaco.
- Supplementazione mirata: solo in caso di carenza confermata e sotto controllo medico, poiché l’eccesso di B12 non risulta tossico – viene eliminata con le urine.
Come si integra: consigli pratici
- In caso di carenza: supplementi orali con cianocobalamina o metilcobalamina, in quantità adeguate.
- Alimenti fortificati: latte di soia, yogurt vegetali, cereali per la colazione chiaramente etichettati con B12 aggiunta.
- Monitoraggio periodico: dosaggio ematico durante il primo trimestre e, se necessario, proseguimento per tutta la gravidanza.
Integrazione al decalogo ISS: focus su regola 3
Il decalogo ISS consiglia l’inclusione della vitamina B12 come elemento essenziale per la salute della madre e del nascituro, ma spesso viene percepita come meno rilevante rispetto a folati o iodio. Tuttavia, come illustrato, la B12 è conditio sine qua non per i folati: senza di essa, i meccanismi di prevenzione primaria delle malformazioni congenite risultano parziali.
Conclusione: pochi microgrammi, grande impatto
- La B12 è preziosa: ne basta poca ma il suo ruolo è centrale per il DNA, le cellule del sangue e lo sviluppo neurologico.
- Senza B12, anche un bel carico di folati non basta: serve cofattore attivo per svilupparne beneficio.
- In gravidanza, il fabbisogno aumenta leggermente, e gli effetti di carenza possono essere gravi e irreversibili.
- Le fonti principali rimangono di origine animale; per chi sceglie di non consumarle, integratori e alimenti fortificati diventano indispensabili.
- Il controllo medico e il dosaggio sono passaggi fondamentali: costano poco, ma evitano rischi enormi.
In definitiva, il messaggio è chiaro e scientificamente fondato: non basta assumere acido folico se non si garantisce adeguata vitamina B12. Il decalogo ISS lo dice brevemente, ma il mondo salta fuori quando si osservano le carenze nella relazione madrefeto. Una gravidanza serena si costruisce su scelte nutrizionali consapevoli: ogni microgrammo conta.
Bibliografia essenziale:





