- Un recente studio ha scoperto che un basso rapporto vita-fianchi potrebbe essere associato a una migliore connettività cerebrale in età avanzata.
- I ricercatori hanno anche scoperto che un rapporto vita-fianchi elevato può influire negativamente sul 25% dei tratti di sostanza bianca del cervello.
- La materia bianca aiuta il cervello a comunicare con sé stesso e con il midollo spinale.
Il decadimento cognitivo è una delle sfide più rilevanti della medicina moderna, con un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone anziane. Mantenere la mente acuta mentre invecchiamo è essenziale a molti livelli: dal preservare la nostra indipendenza alla longevità e qualità della vita. Poiché i cambiamenti nel cervello iniziano decenni prima che si manifestino i sintomi della demenza, non è mai troppo presto per iniziare sane abitudini cerebrali.
Nuove ricerche, tra cui uno studio pubblicato su JAMA Network Open, hanno evidenziato come la dieta e la distribuzione del grasso corporeo, in particolare quello addominale, possano influenzare la salute cerebrale in età avanzata. Questo articolo esplorerà i risultati dello studio, i meccanismi alla base di queste correlazioni e le implicazioni per la prevenzione della demenza e delle malattie neurodegenerative.
Lo studio e i suoi obiettivi
I ricercatori dell’Università di Oxford, dell’University College di Londra e di altre istituzioni in Europa hanno analizzato la relazione tra alimentazione, distribuzione del grasso corporeo e funzione cognitiva. Utilizzando i dati dello studio Whitehall II, un’importante coorte longitudinale di dipendenti pubblici britannici, hanno esaminato come la qualità della dieta e il rapporto vita-fianchi fossero associati alla connettività dell’ippocampo e alle prestazioni cognitive.
La qualità della dieta è stata valutata tramite l’Alternative Healthy Eating Index–2010 (AHEI-2010), mentre il rapporto vita-fianchi è stato misurato ripetutamente in un arco temporale di 21 anni. Le funzioni cognitive sono state analizzate grazie a test standardizzati (memoria di lavoro, funzione esecutiva e fluidità verbale) e l’integrità cerebrale è stata valutata mediante risonanza magnetica funzionale.
I risultati principali
I risultati dello studio hanno evidenziato che:
- Una dieta più sana nella mezza età è correlata a migliori capacità cognitive, tra cui una maggiore memoria di lavoro e funzione esecutiva.
- Un elevato rapporto vita-fianchi è associato a una ridotta integrità della sostanza bianca del cervello e a prestazioni cognitive più scarse.
- Il grasso addominale in eccesso sembra contribuire a un declino diffuso della connettività cerebrale.
- Gli interventi su dieta e obesità potrebbero essere particolarmente efficaci tra i 48 e i 70 anni.
Il legame tra grasso addominale e declino cognitivo
L’obesità addominale è stata identificata come un fattore di rischio per numerose malattie metaboliche e cardiovascolari, ma negli ultimi anni è emerso il suo contributo anche al declino cognitivo. Questo perché il grasso viscerale è metabolicamente attivo e rilascia citochine infiammatorie che possono danneggiare il cervello nel tempo. Inoltre, l’obesità è stata collegata a processi neurodegenerativi simili a quelli osservati nella malattia di Alzheimer, tra cui l’accumulo della proteina beta-amiloide e la compromissione della funzione neuronale.
Poiché l’Indice di Massa Corporea (IMC) non è sempre una misura accurata della composizione corporea, i ricercatori hanno utilizzato il rapporto vita-fianchi (WHR) come indicatore del grasso addominale, ritenuto un predittore più affidabile del rischio di malattie. Hanno seguito i partecipanti del Whitehall II Study per 30 anni, monitorando periodicamente WHR, qualità della dieta e scansioni cerebrali MRI per valutare la salute cognitiva.
Implicazioni per la prevenzione della demenza
Uno degli aspetti più rilevanti dello studio è la conferma che migliorare la qualità della dieta e ridurre il grasso addominale può avere un impatto concreto sulla prevenzione del decadimento cognitivo. Questo rafforza l’importanza dell’adozione di stili di vita sani già dalla mezza età, con particolare attenzione a:
- Un’alimentazione basata sulla dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi e grassi sani come l’olio d’oliva.
- La riduzione di cibi ultraprocessati e ricchi di zuccheri raffinati, responsabili di processi infiammatori dannosi per il cervello.
- L’attività fisica regolare, che aiuta a mantenere un peso corporeo adeguato e favorisce la plasticità neuronale.
- La gestione dello stress e la qualità del sonno, fattori cruciali per la salute cerebrale.
- Il monitoraggio della pressione sanguigna, poiché l’ipertensione è un noto fattore di rischio per le malattie neurodegenerative.
- L’apprendimento continuo e la stimolazione mentale attraverso lettura, giochi di logica e attività sociali per mantenere il cervello attivo.
Limiti dello studio e prospettive future
Lo studio presenta alcune limitazioni, tra cui la scarsa rappresentatività femminile (solo il 20% dei partecipanti erano donne) e la difficoltà nel valutare il ruolo dell’alcol sulla salute cerebrale. Inoltre, la popolazione studiata era principalmente composta da individui bianchi britannici. Tuttavia, conferma il ruolo chiave di alimentazione e composizione corporea nella protezione della funzione cognitiva. In futuro, ulteriori ricerche dovrebbero esplorare interventi personalizzati e strategie più efficaci per prevenire la demenza attraverso approcci multidisciplinari.
Conclusioni
Il legame tra alimentazione, obesità addominale e salute cerebrale è sempre più evidente. Investire nella prevenzione attraverso scelte alimentari consapevoli e il mantenimento di un peso corporeo sano non solo riduce il rischio di malattie metaboliche, ma rappresenta anche una strategia fondamentale per proteggere la mente dall’invecchiamento.
Adottare sane abitudini cerebrali sin dalla mezza età può fare la differenza nel prevenire il declino cognitivo. Monitorare la pressione sanguigna, seguire una dieta equilibrata, mantenersi attivi fisicamente e mentalmente sono azioni concrete che possono migliorare la qualità della vita e favorire un invecchiamento sano. La ricerca suggerisce che, anche in età avanzata, è possibile preservare le funzioni cognitive attraverso cambiamenti nello stile di vita, dimostrando che non è mai troppo presto per prendersi cura della propria mente.
Fonte: Association of Diet and Waist-to-Hip Ratio With Brain Connectivity and Memory in Aging, JAMA Network.