L’ansia è in costante aumento tra le nuove generazioni. I genitori giocano un ruolo cruciale, imparando a non iper-proteggere e a riconoscere il valore dell’ansia “amica”. Strategie pratiche di comunicazione empatica, gestione delle notizie e modellamento per rafforzare l’autonomia emotiva dei figli.
L’ansia: da nemica ad alleata
In un’epoca di informazioni costanti e pressioni sociali crescenti, l‘ansia si è trasformata in un compagno sempre più frequente per bambini e adolescenti. Per i genitori, il primo passo fondamentale è smettere di considerarla solo un nemico da sconfiggere, ma imparare a distinguerla.
Lo psicologo e gli esperti suggeriscono di dividere l’ansia in due tipi:
- Ansia amica: è la tensione sana e funzionale che ci spinge a dare il meglio prima di una prova o una prestazione (ad esempio, un esame). Questa non va combattuta, ma “cavalcata” e sfruttata.
- Ansia nemica: è quella irrazionale, che paralizza e nasconde un pensiero catastrofico. È questa la forma che richiede maggiore attenzione e strumenti specifici per essere gestita.
I genitori devono insegnare ai figli che loro “non sono i loro pensieri”, ma coloro che possono soppesare quei pensieri, separando l’emozione dalla propria identità.

Le strategie fondamentali di comunicazione
Il nucleo della gestione dell’ansia tra genitori e figli risiede in un’efficace e aperta comunicazione.
1. Parla in momenti “distratti”
È più facile che i ragazzi si aprano durante un’attività congiunta a basso carico emotivo, come un viaggio in auto o mentre cucinate insieme. In questi momenti, l’attenzione non è focalizzata direttamente sul problema, rendendo il dialogo più naturale.
2. Sii onesto e rassicurante
Rispondi sempre onestamente alle domande dei tuoi figli, ma mantieni un tono rassicurante. Non sminuire i loro sentimenti, anche se ti sembrano esagerati. È cruciale che essi non vedano i genitori come onnipotenti, ma li considerino un porto sicuro: puoi ammettere di sentirti “un po’ spaventato/a”, ma devi comunicare che sei preparato/a a fare tutto il necessario per proteggerli.
3. Non evitare, affronta (con cautela)
Il genitore ha spesso l’istinto di iper-proteggere, evitando situazioni che scatenano l’ansia. Purtroppo, il messaggio inviato è che il mondo è pericoloso e che il bambino non è in grado di farcela da solo. È necessario, invece, incoraggiare l’esposizione graduale alle paure, lodando sempre gli sforzi e non solo il risultato finale.
Gestire l’ambiente: casa, notizie e modelli
L’ambiente esterno e domestico influenza profondamente i livelli di stress del bambino.
Rendi la casa un rifugio emotivo
Con l’aumento del bullismo e delle pressioni sociali a scuola, la casa deve essere un luogo emotivamente sicuro e accogliente. I genitori dovrebbero essere disponibili, anche se gli adolescenti preferiscono spesso i coetanei. Mantenere una routine offre inoltre un senso di sicurezza e stabilità.
Stabilisci una “pausa dalle notizie”
L’esposizione costante a immagini di violenza o notiziari allarmanti, specialmente in momenti di crisi globale, può intensificare l’ansia nei ragazzi. Incoraggia i figli a prendere una pausa dalle notizie (news diet). Se l’esposizione è necessaria (magari per compiti scolastici), usa il telegiornale come catalizzatore per la discussione, per ascoltare le loro paure.
Modella la gestione dell’ansia per i tuoi figli
I genitori sono il primo modello di coping. Per aiutare un figlio ansioso, il genitore deve prima imparare a gestire la propria ansia. L’obiettivo è insegnare ai figli a rassicurare sé stessi (self-talk positivo), piuttosto che dipendere costantemente dalla rassicurazione esterna dei genitori. I bambini assorbono come spugne le strategie usate dai loro adulti di riferimento.

Conclusioni: la salute mentale è salute a tutto tondo
La salute mentale e psicologica è salute a tutto tondo, e questo concetto deve guidare l’approccio educativo dei genitori. Riconoscere, nominare e insegnare a gestire le emozioni negative non è un lusso, ma la base per il benessere globale dei figli.
Per questo, è fondamentale che i genitori:
- Insegnino strumenti pratici come la respirazione profonda e l’autonomia nella risoluzione dei problemi.
- Accettino il dolore: Lo psicologo Matteo Lancini consiglia di non negare o distrarre il figlio dal suo dolore. Accettare e stare con l’angoscia del figlio, senza fuggire, insegna che è permesso stare male e che l’emozione, pur essendo intensa, è temporanea e non distruttiva.
Investire nell’alfabetizzazione emotiva dei figli significa proteggere la loro salute fisica e psicologica in modo completo, costruendo adulti più resilienti e consapevoli.
Per approfondire:





