L’uso quotidiano di prodotti in plastica è una realtà consolidata, ma pochi conoscono i potenziali rischi associati ai composti chimici impiegati per produrli.
Due tra i principali sono gli ftalati e il bisfenolo A (BPA), sostanze ampiamente utilizzate dall’industria per conferire elasticità e robustezza ai materiali plastici. Tuttavia, recenti studi hanno evidenziato che, sebbene presenti in prodotti di uso comune, come imballaggi alimentari, giocattoli, cosmetici e contenitori per alimenti, queste sostanze non sono esenti da rischi per la salute.
L’esposizione a ftalati e bisfenolo A è infatti correlata a effetti dannosi sul sistema endocrino, che regola gli ormoni, il metabolismo e molti altri processi vitali. Queste sostanze chimiche rientrano nella categoria degli interferenti endocrini, capaci di alterare i normali processi ormonali e connessi, secondo la ricerca, a vari problemi di salute, tra cui patologie riproduttive, disordini metabolici e disturbi dello sviluppo nei bambini.
Proviamo a offrire un quadro completo sui rischi associati all’esposizione a ftalati e BPA, partendo dai meccanismi d’azione di queste sostanze fino alle soluzioni pratiche per contenere tali rischi.
Cos’è il Bisfenolo A e cosa sono gli Ftalati?
Il Bisfenolo A (BPA) e gli ftalati sono composti chimici onnipresenti, fondamentali per la produzione di vari tipi di materiali plastici:
Bisfenolo A (BPA): È un composto organico impiegato per produrre plastiche rigide, in particolare il policarbonato e alcune resine epossidiche, presenti nei rivestimenti interni delle lattine e nelle bottiglie.
Ftalati: Sono una famiglia di composti utilizzati per ammorbidire le plastiche, conferendo elasticità a prodotti come pellicole, cavi, pavimenti in vinile e alcuni tipi di giocattoli.
Queste sostanze si trovano comunemente in oggetti di uso quotidiano, come packaging alimentare, dispositivi medici, articoli per l’infanzia e cosmetici. La loro versatilità ha portato a un uso massivo, e purtroppo, a un’esposizione diffusa.
Perché queste sostanze destano preoccupazione?
La capacità di BPA e ftalati di interferire con il sistema endocrino ha portato gli scienziati a includerli nella lista degli interferenti endocrini. Questi composti sono in grado di imitare o bloccare l’azione di alcuni ormoni naturali, come estrogeni e androgeni, alterando così i meccanismi di regolazione ormonale del corpo. La loro azione può essere particolarmente dannosa nei periodi di sviluppo, come la gravidanza e l’infanzia.
Obiettivo dell’articolo
In questo articolo, presentiamo i risultati di uno studio che ha valutato l’esposizione della popolazione a ftalati e BPA, approfondendo i possibili rischi per la salute e le principali fonti di esposizione. Infine, forniremo strategie pratiche per ridurre l’esposizione a queste sostanze, proponendo alternative per uno stile di vita più sicuro.
Ftalati e Bisfenolo A: interferenti endocrini
Meccanismi d’Azione
Gli interferenti endocrini, come ftalati e BPA, possono agire in vari modi:
- Mimano gli ormoni: I composti possono imitare gli ormoni naturali, come gli estrogeni, legandosi ai recettori delle cellule e causando una risposta biologica indesiderata.
- Inibiscono gli ormoni naturali: Queste sostanze possono bloccare i recettori degli ormoni, impedendo che gli ormoni naturali svolgano la loro funzione.
- Alterano la produzione di ormoni: L’esposizione a queste sostanze può influenzare i livelli di ormoni prodotti dall’organismo, alterando processi fisiologici chiave.
Effetti sulla Salute
Gli effetti negativi del BPA e degli ftalati sono stati oggetto di numerosi studi:
- Effetti sul sistema riproduttivo: Gli ftalati sono stati associati a disfunzioni ormonali e a una riduzione della fertilità sia negli uomini che nelle donne.
- Effetti sullo sviluppo dei bambini: L’esposizione durante la gravidanza può influire sullo sviluppo neurologico e immunitario del feto, aumentando il rischio di disturbi come deficit di attenzione e difficoltà di apprendimento.
- Disordini metabolici: Il BPA è associato a obesità e resistenza all’insulina, fattori di rischio per diabete e malattie cardiovascolari.
Gruppi più a rischio
Alcuni gruppi sono più vulnerabili agli effetti di queste sostanze:
- Bambini e neonati: Il sistema endocrino nei bambini è ancora in fase di sviluppo e più suscettibile alle alterazioni.
- Donne in gravidanza: L’esposizione durante la gestazione può avere effetti a lungo termine sulla salute del feto.
- Persone con esposizione professionale: Chi lavora in settori a diretto contatto con queste sostanze (come l’industria della plastica) è maggiormente esposto e a rischio.
Lo Studio: risultati e implicazioni
Metodologia
Lo studio ha utilizzato una combinazione di biomonitoraggio e questionari per misurare i livelli di BPA e ftalati nelle persone. Sono stati analizzati campioni di urine e compilati questionari riguardanti abitudini di consumo e stili di vita.
Risultati Principali
- Elevata esposizione: La ricerca ha rivelato che oltre il 70% dei campioni conteneva tracce di ftalati e BPA. La percentuale era particolarmente alta nei bambini e nelle donne in gravidanza.
- Fonti di esposizione: I dati hanno identificato le principali fonti di esposizione, quali alimenti confezionati, cosmetici e giocattoli in plastica.
Associazione tra Esposizione e Stile di Vita
L’esposizione a ftalati e BPA è risultata strettamente correlata ad alcune abitudini di vita:
- Alimentazione: Il consumo di cibi confezionati e conservati in plastica aumenta il rischio di esposizione.
- Utilizzo di cosmetici: Alcuni prodotti di bellezza, soprattutto smalti e profumi, contengono ftalati.
- Oggetti per l’infanzia: I giocattoli in plastica e le pellicole alimentari sono tra le principali fonti di esposizione per i bambini.

Bisphenol A and Phthalates in Diet: An Emerging Link with Pregnancy Complications
(Equipe del Dipartimento Medicina Sperimentale La Sapienza, Roma)
Le sostanze chimiche interferenti endocrine (EDC) sono sostanze esogene in grado di interferire con l’azione ormonale, contribuendo probabilmente allo sviluppo di diverse malattie endocrine e metaboliche. Tra queste, il bisfenolo A (BPA) e i ftalati contaminano cibo e acqua e sono stati ampiamente studiati come agenti obesogeni.
Potrebbero contribuire all’aumento di peso, alla resistenza all’insulina e alla disfunzione delle cellule β pancreatiche in gravidanza, potenzialmente giocando un ruolo nello sviluppo di complicazioni della gravidanza, come il diabete mellito gestazionale (GDM), e di esiti avversi. La gravidanza e l’infanzia sono finestre sensibili di suscettibilità e, sebbene con risultati non univoci, studi preclinici e clinici hanno suggerito che l’esposizione al BPA e ai ftalati in queste fasi della vita potrebbe avere un impatto sullo sviluppo di malattie metaboliche anche molti anni dopo.
I meccanismi molecolari alla base di questa associazione sono in gran parte sconosciuti, ma si sospetta che siano coinvolti la disfunzione degli adipociti e delle cellule β pancreatiche. Sorprendentemente, è stato osservato un danno transgenerazionale, che potrebbe essere spiegato da cambiamenti epigenetici. Sono necessarie ulteriori ricerche per colmare le lacune di conoscenza e fornire misure preventive per limitare i rischi per la salute connessi all’esposizione agli EDC. Riassunto semplificato del testo
Lo studio approfondisce il legame tra l’esposizione a sostanze chimiche come il bisfenolo A (BPA) e i ftalati durante la gravidanza e lo sviluppo di malattie metaboliche, come il diabete di tipo 2.
Punti chiave:
Esposizione diffusa: BPA e ftalati sono presenti in molti prodotti di uso quotidiano, come contenitori per alimenti e cosmetici.
Impatto sulla gravidanza: L’esposizione durante la gravidanza è particolarmente preoccupante, in quanto può interferire con lo sviluppo del feto e aumentare il rischio di diabete gestazionale nella madre.
Meccanismi d’azione: Queste sostanze agiscono imitando o bloccando gli ormoni, alterando così processi fondamentali come la crescita, lo sviluppo e il metabolismo.
Conseguenze a lungo termine: L’esposizione in utero può predisporre sia la madre che il bambino a sviluppare malattie metaboliche in età adulta, come diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Finestra di vulnerabilità: La gravidanza rappresenta una finestra critica di sviluppo, durante la quale l’organismo è particolarmente sensibile agli effetti di queste sostanze.
In sintesi, si evidenzia come l’esposizione a BPA e ftalati durante la gravidanza possa avere conseguenze significative sulla salute a lungo termine, sia per la madre che per il bambino. La ricerca in questo campo è in continua evoluzione e sottolinea l’importanza di ridurre l’esposizione a queste sostanze, soprattutto durante la gravidanza. Riassunto in italiano semplificato
I ricercatori dimostrano che alcune sostanze chimiche presenti nell’ambiente, come il bisfenolo A (BPA) e i ftalati, possano influenzare negativamente la salute delle future mamme e dei loro bambini.
Punti significativi:
Esposizione durante la gravidanza: Queste sostanze possono passare dalla mamma al bambino durante la gravidanza e influenzare il suo sviluppo.
Effetti sulla salute: Studi hanno mostrato che l’esposizione a queste sostanze può essere collegata a problemi come:
- Aumento di peso e problemi metabolici nel bambino
- Diabete gestazionale nella mamma
- Maggiore rischio di sviluppare diabete di tipo 2 sia per la mamma che per il bambino in futuro
- Meccanismi: Queste sostanze interferiscono con gli ormoni, alterando processi importanti per la crescita e lo sviluppo.
- Effetti a lungo termine: Gli effetti negativi di queste sostanze possono manifestarsi anche molti anni dopo l’esposizione, sia nella madre che nel bambino.
- Necessità di ulteriori studi: Sono necessarie ulteriori ricerche per capire meglio come queste sostanze agiscono e per trovare modi per ridurre l’esposizione.
Si ribadisce l’importanza di ridurre l’esposizione a queste sostanze, soprattutto durante la gravidanza, per proteggere la salute delle future generazioni.
Cosa significa questo in parole semplici?
Immagina che queste sostanze chimiche siano come delle chiavi che non aprono correttamente le serrature del nostro corpo. Se queste serrature non funzionano bene, possono sorgere problemi di salute. Durante la gravidanza, il corpo del bambino è come una casa in costruzione, molto sensibile a qualsiasi interferenza. Se queste sostanze “chiavi sbagliate” entrano in questa casa, possono causare problemi che potrebbero manifestarsi anche in età adulta.

Perché è importante?
Comprendere questi rischi ci aiuta a prendere decisioni consapevoli per proteggere la nostra salute e quella dei nostri figli. Ad esempio, possiamo scegliere alimenti meno confezionati, evitare contenitori di plastica e preferire prodotti naturali.
10 Consigli per ridurre l’esposizione
Basandosi sui risultati dello studio, sono stati elaborati dieci consigli pratici per ridurre l’esposizione a BPA e ftalati. Di seguito li riportiamo con una spiegazione e alcune alternative per agevolare cambiamenti nello stile di vita.
- Scegliere alimenti freschi e non confezionati: Gli alimenti freschi riducono la necessità di imballaggi di plastica che possono rilasciare BPA e ftalati nei cibi. Esempio: scegliere il mercato agricolo per frutta e verdura.
- Evitare il riscaldamento di cibi in contenitori di plastica: il calore favorisce il rilascio di BPA e ftalati. Esempio: usare contenitori in vetro per riscaldare gli alimenti.
- Optare per biberon e giocattoli senza ftalati: molti giocattoli e accessori per l’infanzia sono disponibili senza PVC.
- Scegliere cosmetici senza ftalati: leggere le etichette per evitare prodotti contenenti ftalati. Esempio: acquistare giocattoli certificati “ftalato-free”.Esempio: privilegiare cosmetici biologici e naturali.
- Ridurre l’uso di pellicole alimentari: sostituire la pellicola trasparente con contenitori riutilizzabili. Esempio: scegliere contenitori in vetro o acciaio inox.
- Usare bottiglie d’acqua in acciaio o vetro: le bottiglie di plastica possono rilasciare BPA, soprattutto quando esposte a temperature alte. Esempio: portare una bottiglia in acciaio per l’acqua.
- Evitare profumi sintetici: i profumi possono contenere ftalati, usati come fissatori. Esempio: optare per gli essenziali naturali.
- Scegliere mobili e materiali ecologici: alcuni rivestimenti e materiali di arredamento rilasciano ftalati. Esempio: scegliere materiali naturali e trattati senza plastificanti.
- Evitare il consumo di cibi in lattina: le lattine sono spesso rivestite con resine contenenti BPA. Esempio: scegliere cibi in vetro o freschi.
- Fare attenzione agli scontrini: gli scontrini termici contengono BPA. Esempio: lavarsi le mani dopo aver toccato scontrini e ricevute.
Conclusioni
Gli studi confermano che l’esposizione a ftalati e bisfenolo A è diffusa e correlata a diversi problemi di salute. La maggior parte delle persone è esposta a queste sostanze attraverso alimenti confezionati, cosmetici e giocattoli. Sebbene l’esposizione non possa essere eliminata completamente, è possibile ridurla adottando alcune misure.
Limitare l’esposizione a ftalati e BPA rappresenta una priorità per la salute pubblica. Sono necessarie politiche più severe per ridurre l’uso di queste sostanze nei prodotti di largo consumo, soprattutto nei materiali che entrano in contatto con gli alimenti e nei prodotti destinati all’infanzia.
Adottare uno stile di vita attento può fare la differenza per la salute nostra e dei nostri cari. Ridurre l’esposizione non è solo una scelta personale, ma un passo verso una società più consapevole e responsabile.
Fonti: Progetto Life Persuaded: 10 consigli per ridurre l’esposizione ai plastificanti, ISS, 2022.