Creme solari, bufale e verità scientifiche 

Come proteggere la pelle dal sole 

Negli ultimi mesi, video e post sui social hanno diffuso dubbi sull’uso delle creme solari, alimentando paure infondate: “sono cancerogene”, “bloccano la vitamina D”, “meglio esporsi al sole senza filtri”, “W la natura…”.  

Tesi infondate, smentite dal mondo medico e scientifico, che torna a ribadire un concetto fondamentale: proteggere la pelle dai raggi UV è necessario, sempre, non solo in vacanza. E non solo per chi cerca l’abbronzatura. Anche chi lavora quotidianamente sotto il sole – muratori, agricoltori, bagnini, operai stradali – ha diritto a una protezione adeguata. 

Vediamo cosa dicono gli esperti e perché è importante fare chiarezza. 

Il sole non è sempre amico: la fotoprotezione è essenziale 

Sui rischi dell’esposizione solare esiste un consenso scientifico ampio. Secondo i dermatologi della Sidemast, tra il 70% e il 95% dei melanomi e dei tumori cutanei non melanomatosi (come il carcinoma basocellulare e squamoso) è causato dai raggi UV. Tradotto: gran parte dei tumori della pelle si può prevenire con una corretta protezione. 

Non basta mettere la crema “quando si va al mare”. I dermatologi oggi suggeriscono l’uso quotidiano della protezione solare, tutto l’anno, anche in città. Questo perché i danni da UV si accumulano nel tempo, anche in assenza di scottature visibili. 

Bufale social: le creme solari non causano il cancro 

Una delle fake news più virali sostiene che le creme solari siano esse stesse cancerogene. Questa affermazione parte dal fatto che alcuni ingredienti chimici, presenti in alcune formulazioni, possono essere assorbiti dalla pelle. Alcuni studi ne hanno analizzato la capacità di interferire con il sistema ormonale. Ma al momento non esistono prove dirette che questi ingredienti aumentino il rischio di tumori. 

Anzi, è dimostrato il contrario: l’uso regolare di protezione solare riduce il rischio di tumori cutanei, incluso il melanoma. Uno studio australiano ha osservato che l’applicazione quotidiana riduce i casi di carcinoma squamoso fino al 40%. 

Se si preferisce ridurre i rischi potenziali legati ad assorbimento sistemico, è possibile optare per filtri fisici o minerali (ossido di zinco o di titanio), che non penetrano nella pelle ma riflettono i raggi UV come uno scudo. 

Vitamina D: basta poco sole 

Un altro argomento usato per demonizzare le creme solari è la vitamina D, prodotta dalla pelle grazie alla luce solare. Non serve esporsi al sole senza protezione per garantirsi livelli adeguati

Basta la normale esposizione quotidiana che abbiamo andando a scuola, a lavoro o passeggiando. Inoltre, la vitamina D si può assumere anche con l’alimentazione o, in caso di carenza, con supplementi sotto controllo medico. Esporsi senza protezione nella speranza di “fare scorta di vitamina D” è una strategia rischiosa e inutile. 

Creme solari usate male 

Le creme solari funzionano, ma a due condizioni: devono essere applicate correttamente e in quantità sufficiente. L’Istituto Superiore di Sanità ha ricordato che spesso l’efficacia è limitata perché le persone: 

  • ne usano troppo poca 
  • non la riapplicano ogni 2 ore o dopo il bagno 
  • credono di poter restare al sole più a lungo grazie alla protezione, prolungando l’esposizione in modo pericoloso 

Una crema con SPF 30 lascia comunque passare circa il 3% dei raggi UV. Inoltre, i filtri si degradano con il tempo, con il sudore o con il contatto con acqua e sabbia. Ecco perché è fondamentale riapplicare il prodotto frequentemente. 

Protezione solare sul lavoro: una questione anche professionale 

Fino a pochi anni fa, si parlava di protezione solare solo in ambito ricreativo. Ma oggi gli esperti sottolineano un punto chiave: anche l’esposizione professionale è un rischio serio per la salute

Chi lavora stabilmente all’aperto è sottoposto a dosi di UV molto superiori rispetto alla media. È giusto richiamare l’attenzione su questa categoria a rischio, spesso non sufficientemente tutelata. 

In molti paesi europei, i tumori della pelle causati dall’esposizione solare prolungata sono riconosciuti come malattie professionali. In Italia il tema è ancora poco considerato, ma in crescita. È essenziale che le aziende garantiscano: 

  • accesso a creme solari ad ampio spettro 
  • formazione sui rischi UV 
  • abbigliamento protettivo (camicie a maniche lunghe, cappelli a tesa larga) 
  • pause all’ombra nelle ore centrali della giornata 

Fotoprotezione: non solo creme 

Le creme non sono l’unico strumento per proteggersi. Esistono indumenti con protezione UV certificata (UPF), che possono bloccare anche il 98% dei raggi. Il livello di protezione varia in base a: 

  • tipo di fibra (poliestere, nylon, cotone…) 
  • densità della trama 
  • colore (i colori scuri proteggono di più) 
  • design (maniche lunghe, colli alti, copertura ampia) 

Anche occhiali da sole con filtro UV e cappelli a tesa larga sono fondamentali, soprattutto nei lavori all’aperto. 

Quando usare le creme solari? Sempre, se l’esposizione è inevitabile 

L’ISS è chiaro: le creme non sono da usare “il meno possibile”, ma “il più possibile”, se si è costretti a esporsi al sole. Devono essere considerate come l’ultimo anello di una catena di protezione che include anche comportamenti e abitudini preventive: 

  • evitare il sole nelle ore di picco (11-15) 
  • cercare l’ombra 
  • indossare vestiti e accessori protettivi 
  • usare creme in modo corretto 

Conclusione: la scienza è chiara, non ascoltiamo le bufale 

Sì ma voi lavorate per Big Pharma…  

Le bufale sulle creme solari prosperano perché si appoggiano su mezze verità, ma ignorano i dati scientifici e i reali rischi del sole. Il rischio di melanoma o altri tumori cutanei è concreto, in crescita, e prevenibile. 

La protezione solare è un diritto, non un’opzione. Sia per chi sceglie di sdraiarsi in spiaggia, sia per chi ogni giorno lavora sotto il sole. E non deve essere lasciata solo alla responsabilità individuale, ma supportata anche da politiche sanitarie e aziendali

Proteggere la pelle è proteggere la salute. Nessuna crema, usata correttamente, fa più male dei raggi UV senza filtri. 

Altre fonti: Skin Cancer Facts & Statistics. What You Need to Know

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